CONSAPEVOLEZZA… la chiave per tutte le porte
- 15/03/2021
- Pubblicato da: Christiane Casazza
- Categoria: Meditazione

Vivere nel mondo senza avere consapevolezza del suo significato è come vagabondare
in una immensa biblioteca senza neppure toccare un libro.
Dan Brown
Con il termine consapevolezza si intende la capacità di essere a conoscenza di ciò che viene percepito e delle proprie risposte comportamentali. Quindi si differenzia dalla conoscenza più intellettuale in quanto non è un superficiale essere informati… né un semplice sapere… ma un processo conoscitivo contraddistinto da sensazioni e percezioni…
E quel tipo di sapere… che dà forma alla moralità, alla condotta di vita, alla disciplina, rendendole autentiche.
Quindi possiamo associarla a una presa di coscienza di alcune informazioni che possono influenzare determinati comportamenti, come il fattore rischio che ci rende attenti senza frenarci, l’entusiasmo delle proprie capacità che può predisporre un particolare orientamento, l’intensità del dolore che rende compassionevoli e gentili, l’invulnerabilità dovuta all’esigenza di sentirci amati.
Diventare consapevoli di noi stessi significa, riconoscere le nostre emozioni, saper valutare i nostri punti di forza e debolezza e mantenere costante la fiducia nelle nostre capacità.
Possiamo sviluppare questa preziosa attitudine ricorrendo all’efficacia dell’auto-valutazione per scoprire i nostri valori, le nostre competenze e abilità o anche chiedendo ad altre persone dei sinceri feedback sui nostri comportamenti restando in ascolto costruttivo.
È utile anche riconoscere le diverse sensazioni di appartenenza al nostro ruolo sociale, professionale o famigliare…
È importante, quando sperimentiamo forti emozioni, rallentare e domandarci
che cosa sentiamo… rabbia… paura… sorpresa… ansia… sgomento… passione… euforia…
da dove si è originato…
che sensazioni si manifestano nel mio corpo… tensioni nelle spalle…denti stretti… palpitazioni… una sensazione allo stomaco… etc.…
Nell’identificare la fonte dei sentimenti negativi possiamo scegliere un comportamento adeguato invece di reagire in modo incontrollato in quanto diventiamo consapevoli di come le nostre emozioni e azioni influenzano le persone intorno a noi.
Grazie alla scienza dello Yoga, l’anima raggiunge un’assoluta padronanza sul corpo e sulla mente,
e si serve di questi strumenti per conseguire la realizzazione del Sé, ossia la consapevolezza
della propria natura trascendente e immortale, una cosa sola con lo Spirito.
Paramhansa Yogananda
Si parla spesso di consapevolezza soprattutto nell’ambito della meditazione, in quanto durante la pratica si mantiene uno stato mentale vigile grazie al quale possiamo osservare lo scorrere dell’esperienza, momento dopo momento, restandone semplici testimoni.
In questo modo quest’attitudine della mente ci permette di favorirne lo sviluppo non ha caso si parla di percorso di consapevolezza di sé o autoconsapevolezza.
Ciò significa che dobbiamo concederci un momento tranquillo lontano dal lavoro o altre attività, nel corso della giornata, per aprire la mente a pensieri più profondi che ci premetteranno di identificare la nostra guida interiore…
La gioia può nascere dalla consapevolezza di aver fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità.
Christiane
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ZEN…l’arte di vivere
Sulla definizione non ho nulla da aggiungere. Invece su come esercitare la consapevolezza aggiungerei che bisogna osservare, nel più assoluto silenzio mentale (cosa già di per sé non semplice da ottenere), a 360º tutto ciò che avviene sempre senza interferire. Un oggetto di osservazione particolarmente interessante, nel normale svolgimento della vita quotidiana, è il movimento mentale/psicologico/emotivo che segue una sensazione/percezione/ricordo/associazione di idee e che precede la (solitamente) conseguente reazione fisica. Questo movimento è la connessione di cui dovremmo renderci consapevoli per comprendere i meccanismi che governano la nostra vita. Questi meccanismi agiscono solitamente non visti e quasi sempre ci ritroviamo ad avere detto e/o fatto cose prima ancora di esserci resi conto di cosa stava succedendo. Questo è qualcosa ancora relativamente semplice da vedere, ma è la porta (o una delle porte) che ci introduce alla consapevolezza di chi/cosa siamo. Continuando ad osservare i meccanismi di cui parlavo prima, si comincia a comprendere che non interessano solo le situazioni a cui accennavo ma che noi letteralmente funzioniamo in quel modo. L’esserne consapevoli ci libera da qualsiasi convinzione pregressa formatasi su basi errate quali (per esempio) educazione assorbita senza averla valutata, esperienze non metabolizzate consapevolmente, senso comune utilizzato in modo non appropriato ecc..
Antonio – Zen