Critiche e giudizi
- 25/03/2020
- Pubblicato da: Christiane Casazza
- Categoria: Meditazione

… essere d’aiuto anziché disapprovare
Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile, sempre.
Platone
In ogni momento della nostra giornata valutiamo ciò che ci coinvolge e trascorrendo in modo quasi automatico molto tempo a pensare a come dovrebbe essere la vita degli altri diamo sempre, anche se inespressa, un opinione.
Quindi per ogni valutazione visiva, sonora, olfattiva o tattile formuliamo un giudizio che può risultare positivo o negativo e proprio al riguardo un recente studio scientifico ha affermato che ricevere una critica, un’osservazione pungente o un giudizio sfavorevole resta nella mente più a lungo di un complimento.
In tal senso a protezione del nostro Io, la nostra mente reagisce deformando la nostra percezione della realtà e con un auto-inganno sposta al di fuori di essa difetti e carenze minacciose attribuendole agli altri (proiezione negativa).
Quindi, in realtà quando critichiamo gli altri… stiamo criticando noi stessi…
Poiché quello che ci infastidisce non è altro che una riflesso dei nostri dilemmi interiori irrisolti …
Volendo credere che i difetti che ci risultano inaccettabili esistano solo al di fuori di noi, non vediamo gli altri per quello che effettivamente sono ma per quello che non ci piace di noi stessi e di conseguenza le nostre opinioni esprimono di noi molto più di quello che pensiamo…
E’ proprio il senso di inadeguatezza che ci porta a sminuire gli altri ma poi in realtà, anche se crediamo di assumere una posizione di superiorità, trasmettiamo insicurezza, superbia e rigidezza mentale.
E’ del tutto normale ricorrere qualche volta a queste protezioni ma se utilizzate spesso rischiamo di automatizzarle rafforzando in noi la credenza di non essere abbastanza bravi (autostima danneggiata).
Inoltre, se siamo stati cronicamente giudicati durante l’infanzia, ci convinciamo della necessità di criticare per maturare ed evolvere assumendo questo atteggiamento come modello relazionale.
Le critiche fanno più male a quelli che le usano che a quelli che le ricevono.
Christiane
Giudicare e criticare non sono i soli funzionamenti che il nostro Ego necessita per sentire di avere un certo valore, inevitabilmente il nostro bagaglio culturale ci porta a teorizzare molti pregiudizi.
Purtroppo non possiamo vivere senza questi preconcetti e anche se ci ingannano mostrandoci una realtà alterata ne restiamo continuamente influenzati.
In quanto è da quella determinata visione (negativa) che consideriamo una situazione, cosa o persona anche se in realtà ancora non ne abbiamo conoscenza.
Ma nessuno merita di essere giudicato prematuramente…e conoscere questi criteri ci permette di comprenderli e contrastarli.
La chiave per liberarcene è mantenere la mente aperta e puntare sulla nostra personale percezione… non lasciandola contaminare da influenze esterne.
Un’importante riflessione per non vivere più la comunicazione come una battaglia in cui cerchiamo di avere sempre ragione è
mai fare agli altri ciò che non vorresti venga fatto a te…
a questo proposito per mantenere l’autocontrollo sulla nostra mente uno dei trucchi è quello di non criticare mai… e riflettere sul come pensare… piuttosto che cosa pensare…
Quando stiamo per iniziare a sparlare, dovremmo fare dei respiri profondi e chiederci se ci sentiamo inadeguati o in soggezione, rilevando se desideriamo un riconoscimento o un abbraccio…in fondo, non siamo forse tutti piccoli ego insicuri in cerca di valore…
Teniamo anche conto che la maggioranza delle persone, dopo una critica compie azioni molto depotenzianti come offendersi, arrabbiarsi, dispiacersi, bloccarsi, etc…
Infatti, nel cercare di difenderci ci rendiamo complici e restiamo intrappolati in un vicolo cieco…
Riconoscendo questi disagi esistenziali comuni a tutti e ricordandoci che solo noi possiamo concedere il potere alla critica di influenzarci negativamente dovremmo imparare a vederla in una prospettiva positiva e riuscendo a coglierne le motivazioni correggere più facilmente il nostro comportamento.
Per sbloccare questi ingranaggi deviati che mettono inevitabilmente in crisi i nostri rapporti interpersonali dobbiamo riscoprire le radici profonde del nostro senso critico.
Questo pensiero che non dobbiamo condividere corrisponde alla nostra capacità di analizzare informazioni, situazioni ed esperienze in modo oggettivo e di valutarne vantaggi e svantaggi.
Anche se non è mai troppo tardi per iniziare a esprimere il nostro punto di vista in maniera costruttiva ed efficiente, questa capacità intellettuale deve essere allenata, stimolata e potenziata perché può essere solo l’esito di un lungo processo interiore…
Quindi, affinché dietro una critica si possa celare un insegnamento prezioso…
dobbiamo riscoprire la pace mentale e smettere di concentrarci sul lato negativo delle persone e delle situazioni e nel trasformarci in un sostegno cercare di aiutare e comprendere le persone a cui vogliamo bene.
Effettivamente, mettendo in discussione solo il nostro comportamento e non noi stessi (in quanto siamo perfetti come siamo) possiamo, con un’analisi obiettiva, migliorarlo.
Concludendo…non avendo il diritto di decidere cosa sia la felicità per gli altri non dobbiamo accettare che qualcuno decida cosa ci può rendere felici…
Non preoccuparti della critica. Se non è vera, ignorala; se è ingiusta evita di irritarti; se è ignorante, sorridi; se è giustificata, impara da essa.
Anonimo
PS:Per approfondire l’argomento leggi: CRITICA COSTRUTTIVA a pag 65 del libro “Il coraggio delle farfalle”