IL LAVORO SULL’OMBRA
- 12/02/2021
- Pubblicato da: Christiane Casazza
- Categoria: Crescita personale

IL LAVORO SULL’OMBRA… ci aiuta a crescere
Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro.
Mark Twain
Sotto la maschera sociale che indossiamo ogni giorno abbiamo tutti un lato oscuro nascosto: una parte impulsiva, ferita, triste o isolata, che generalmente cerchiamo di ignorare.
A volte ne intravediamo una piccola parte, altre volte assistiamo al caos che genera nelle nostre vite, ma per la maggior parte del tempo ne ignoriamo l’esistenza per paura, senso di colpa o vergogna.
Tuttavia, conoscere ed affrontare questa parte più nascosta per portarla alla luce, arrivando a guarirla, è un passo importantissimo del nostro percorso di crescita personale.
Nella psicologia junghiana questo aspetto inconscio della personalità, che l’ego cosciente non identifica in sé stesso, è chiamato l’ombra e si relaziona con il nostro io sconosciuto.
Questo lato è parte naturale della nostra crescita e si va formando attraverso i precetti culturali e religiosi legati all’ambiente familiare.
È proprio durante la nostra infanzia che impariamo che la luce e l’amore sono gli unici valori positivi a cui dobbiamo attenerci, mentre l’oscurità e la cattiveria indicano criminalità.
Di conseguenza l’ombra tende ad identificare gli aspetti meno desiderabili della nostra personalità, anche se può tuttavia diventare una fonte di ricchezza emotiva.
Molto spesso nasconde le nostre attitudini artistiche, sessuali, competitive, innovative e persino intuitive e infatti cerca di essere compresa, esplorata ed integrata nella nostra personalità. Di conseguenza più a lungo rimane sepolta e rinchiusa nel profondo dell’inconscio, più cercherà di trovare opportunità per renderci consapevole della sua esistenza.
Infatti, come lo Yin e Yang del Tao, anche questa parte che contiene rabbia, gelosia, odio, avidità, inganno ed egoismo è indispensabile per la nostra evoluzione interiore.
Evitarla può procurarci bassa autostima, dipendenze, malattie mentali, malattie croniche e varie nevrosi, mentre nell’esplorarla potremmo trovare la pace interiore, la felicità, l’amore autentico, l’auto realizzazione e l’illuminazione…
Nel cercare sempre di respingerla… la possiamo riscontrare sugli altri e nel mondo che ci circonda arrivando a criticare, rifiutare, odiare e disumanizzare… basta riflettere sulle guerre.
Un elemento chiave per portarla alla luce scoprendo informazioni estremamente importanti su noi stessi, è quello di osservare le nostre reazioni caratteriali. In quanto persone, eventi e tragedie possono scatenare emozioni oscure che non vogliamo ammettere agli altri per paura del giudizio o dell’incomprensione.
Analizzando il modo in cui sorgono, si svolgono e poi svaniscono possiamo chiederci
cosa proviamo e perché…
In questo modo riusciremo, conoscendole meglio, a comprendere che sono semplicemente fenomeni mentali che formano esperienze momentanee che come arrivano, vanno via e di conseguenza non abbiamo bisogno né di trattenerle né di respingerle. Inoltre comprendiamo anche che non solo non ci definiscono, ma non siamo i soli a viverle.
Nel diventarne consapevoli riduciamo il rischio di sviluppare quelle credenze che possono crescere da quel buio, se lasciato ignorato.
Vivere senza averne paura ci permette anche di utilizzare il metodo semplice ed efficace, usato regolarmente in psicoterapia, del conversare con questi aspetti nascosti della nostra personalità… perché è solo mettendo luce alle nostre parti oscure che possiamo vivere con
maggiore presenza e autenticità.
Non c’è luce senza ombre e non c’è pienezza psichica senza imperfezioni. La vita richiede per la sua realizzazione non la perfezione, ma la pienezza. Senza l’imperfezione non c’è né progresso né crescita.
Carl Jung
ZEN…l’arte di vivere
Penso che sia indispensabile non limitare il campo nell’osservare la nostra interiorità: qualsiasi cosa si incontri va presa in considerazione senza problemi, pregiudizi o limitazioni e con coraggio, se occorre. Dobbiamo essere coscienti di ciò che è dentro di noi, senza aggiungere né togliere nulla, completamente, fino in fondo. Naturalmente poi decidiamo a cosa dare spazio verso l’esterno e a cosa non darne. Inoltre non bisogna dimenticare che quello che va bene in certe circostanze e con certe persone non va altrettanto bene in altre circostanze e con altre persone. Quindi un aspetto della nostra interiorità può non andare bene certe volte ma essere perfetto altre volte. Non è possibile assolutizzare senza rischiare seriamente di essere come minimo inappropriati. È proprio per questo motivo, oltre che per poter essere in pace con noi stessi, che non dobbiamo avere zone d’ombra dentro di noi: grazie alla completa padronanza della nostra interiorità potremo sempre essere e sentirci appropriati.
Antonio – Zen
Il dipinto è dell’artista Sophie d’Ancona