LE CINQUE FERITE… il rifiuto
- 21/09/2021
- Pubblicato da: Christiane Casazza
- Categoria: Meditazione

L’uomo è la sola creatura che si rifiuta di essere ciò che è.
Albert Camus
Fra le ferite emozionali, quella del rifiuto, è la prima che si rivela poiché si manifesta dal concepimento fino al primo anno.
Viene generata dal genitore dello stesso sesso, o da chi ne fa le veci, come ad esempio nonni o tutori, e generando la convinzione che anche se non esistessimo non farebbe una grande differenza, ci fa sentire diversi dal resto della famiglia.
Non a caso questa ferita è connessa al chakra della radice, che è il chakra della famiglia, della stabilità, della capacità di possedere delle cose.
È una ferita profondissima, perché ci fa sentire respinti in tutto il nostro essere e soprattutto nel nostro diritto ad esistere.
Questa mancanza ci trasmetterà per tutta la vita una profonda angoscia esistenziale…
Sentiremo di non valere nulla e quindi cercheremo di non attirare l’attenzione e di evadere dalle situazioni rifugiandoci in un mondo immaginario sicuro…
Questa ferita attiva la maschera del fuggitivo che infatti, facendoci credere di non avere diritto ad esistere come tutti gli altri, non ci permette di sentirci abbastanza importanti per prendere il nostro posto facendoci invece scappare, dalle situazioni o dalle persone che crediamo responsabili del rifiuto, per paura di essere colti dal panico e sentirci impotenti.
Inoltre questa maschera ci convincerà a diventare il più possibile invisibili, facendoci ritirare in noi stessi, non diremo o non faremo nulla che possa farci maggiormente respingere dagli altri.
Infatti come fuggitivi ci occupiamo degli altri per non sentire i vari rifiuti vissuti e vedendo la realtà attraverso il filtro di questa ferita…
- svilupperemo diverse modalità di fuga (mondo astrale, droga, alcool, sonno, partenze precipitose, videogiochi, etc.…).
- ci proteggeremo inconsciamente ricorrendo alla negazione…
- ci sentiremo tagliati fuori, incompresi dagli altri e più in generale dall’umanità…
- in presenza di qualcuno che alza il tono della voce o diventa aggressivo ci allontaneremo rapidamente, in modo da non andare nel panico…
- in gruppo ci sentiremo soli e irrequieti…
- parleremo poco e ce ne staremo in disparte perché saremo convinti di disturbare o di non essere interessanti…
- saremo considerati dei solitari e perciò verremo lasciati soli e più ci isoleremo, più saremo invisibili…
- se veniamo osservati, ci preoccupiamo di come possiamo apparire…
- risultiamo buoni ed educati…
- ci sentiremo respinti anche quando non lo siamo…
- penseremo di non meritare né l’affetto né la comprensione di nessuno…
- la paura del rifiuto ci indurrà a diventare ossessivi in certe situazioni…
- mancando di autostima saremo costantemente insoddisfatti di quello che siamo…
- ci svaluteremo continuamente…
- saremo tendenzialmente indecisi e per evitare discussioni ci sottometteremo facilmente…
- avremo un’immaginazione molto attiva, ma la useremo per crearci ipotetiche situazioni di rifiuto…
- daremo poca importanza alle cose materiali mentre saremo attirati da tutto ciò che è spirituale o intellettuale…
- non ci radicheremo perché in questo modo possiamo fuggire più facilmente…
- sentiremo di esistere solo quando ci sentiamo molto occupati e ciò ci aiuterà a rimanere ancorati al mondo materiale…
- possederemo un’energia nervosa che ci renderà gran lavoratori…
- coltiveremo la convinzione di aver sbagliato tutto nella vita…
- passeremo attraverso fasi di grande amore alternate a odio profondo…
- saremo dei perfezionisti e invecchiando potremmo andare sempre più nel panico all’idea di non essere capaci di poter far fronte alla vita…
- quando saremo soli, verremo sopraffatti dalle nostre paure…
- crederemo, in maniera più o meno consapevole, che la felicità non duri a lungo…
- non ameremo particolarmente danzare e quando lo faremo ci muoveremo in modo evanescente per non farci guardare troppo…
- riscontreremo facilmente difficoltà sessuali…
- ci faremo piccoli sulla sedia, e nasconderemo i piedi sotto le cosce…
- avremo difficoltà a lasciare vivere il nostro bambino interiore…
- useremo spesso le seguenti parole ed espressioni…
una nullità… niente… scomparire… inesistente… non c’è posto… senza valore…
- ci ripeteremo continuamente queste domande…
che ci faccio qui… perché mi sono ritrovato/a in questa situazione… qual è il mio scopo in questo mondo…
Il nostro corpo risentirà di questo stare scomodo… del sentirsi inadeguato… e reagirà parallelamente, cercando di non occupare spazio e quindi risulterà
- minuto, molto magro, striminzito…
- frammentato in quanto potrebbe presentare diverse asimmetrie tra le sue parti: la parte superiore potrebbe essere contratta e piegata su sé stessa, o una parte risultare più piccola in proporzione al resto (natiche, seno, fianchi, caviglie, etc.)… o potrebbe presentare un incavo nel petto o sul dorso o sul ventre, etc…
- le spalle e il collo saranno contratte…
- gli occhi saranno tendenzialmente piccoli…
- lo sguardo sfuggente o con un’espressione di paura, avremo l’impressione di avere una maschera intorno agli occhi (occhiaie grigie)…
- la voce sarà flebile e spenta…
Soffriremo soprattutto di problemi di pelle (principalmente sul viso), allergie, diarrea, aritmia, cancro, problemi respiratori, vomito, svenimento, coma, ipoglicemia, diabete, depressione (intenti suicidi) e psicosi…
Saremo inoltre predisposti a tutto ciò che può generare una dipendenza come alcool, droghe, tabacco, shopping…
Non avremo appetito e di conseguenza generalmente mangeremo poco restando predisposti all’anoressia.
E coltiveremo la paura per gli attacchi di panico…
Attiveremo e alimenteremo questa ferita indossando la sua corrispondente maschera quando
- ci daremo dell’ incompetenti…
- penseremo di essere del tutto inutili nella vita altrui…
- fuggiremo via da una situazione…
Cominceremo a guarire da questa ferita quando lavorando sui nostri timori, sulle nostre paure interiori e sulle situazioni che ci generano panico…
- prenderemo sempre di più il posto che ci compete…
- oseremo affermare noi stessi…
- ci sentiremo a nostro agio anche se qualcuno si dimentica che esistiamo…
Nel rischiare e prendere decisioni per noi stessi ci disturberà sempre meno il fatto che la gente si allontani e non la prenderemo più sul personale se, a volte, si dimenticheranno di noi…
La percezione delle nostre ferite, essendo soggettiva, non corrisponde alla verità… spesso gli altri ci stimano ma noi non riusciamo a percepire questo apprezzamento…
E dato che i colori possono aiutarci a raggiungere la guarigione, riguardo a questa ferita, possiamo meditare e riflettere sotto la vibrazione del verde per aprire gli occhi del cuore (chakra del cuore).
A disposizione ulteriori strumenti di approfondimento, non esitate a contattarmi…
ZEN …l’arte di vivere
Penso di poter dire che questo è un problema molto serio e diffuso. Quando ci troviamo immersi in una situazione di questo tipo ci viene naturale rinchiuderci in noi stessi e sparire. Tuttavia è dovere di ogni essere umano onorare la propria natura impegnandosi a migliorare sé stesso cercando ciò che c’è di vero nella propria vita e liberandosi da tutto quello che, a causa di convinzioni e preconcetti propri e altrui, la oscura e la opprime. Operativamente questo è possibile farlo cercando in primo luogo di trovare un po’ di fiducia in sé stessi e nella propria natura fondamentale. Poi sarà necessario imparare a concentrarsi, magari focalizzando l’attenzione su cose molto semplici e che sono sempre a nostra disposizione come il respiro o la colonna vertebrale, imparando ad osservarle senza accompagnare l’osservazione con un giudizio. Meglio evitare di usare oggetti mentali per concentrarsi, specialmente se non si è degli esperti, perché spesso sono fuorvianti e contribuiscono ad allontanarci dalla nostra natura. Infine, quando ci sarà diventato facile concentrarci e restare concentrati, potremo rivolgere la nostra attenzione a ciò che stiamo sperimentando qui e adesso, verso l’interno e verso l’esterno di noi stessi e vedere con i nostri occhi cosa c’è, senza più basarci su convinzioni, preconcetti o presupposti che spesso vengono da altre persone e quasi sempre ci traggono in inganno e inducono in noi opinioni e reazioni errate. In tutto questo processo la difficoltà maggiore è, probabilmente, che bisogna abbandonare completamente l’uso del pensiero razionale e interrompere quel costante dialogo con noi stessi che avviene nella nostra mente e sostituirli con una presenza vigile e attenta a tutto ciò che stiamo percependo direttamente attraverso i nostri sensi, sia dall’esterno che dall’interno di noi stessi. Il pensiero razionale è, e va considerato, soltanto uno strumento che va usato solo quando serve e non deve dominare tutta la nostra vita.”
Antonio-Zen