Ruminazione mentale
- 12/02/2020
- Pubblicato da: Christiane Casazza
- Categoria: Meditazione

… pensare ai problemi in modo diverso
Essendo il pensiero illusione…la mente mente…
Christiane
La natura fluttuante dei nostri pensieri ha un origine ed una evoluzione ma a volte questo meccanismo può diventare ripetitivo e intrappolarci.
Per la ragione che, in quel continuo andirivieni di impulsi elettrici attivi, nella nostra mente possono generarsi, se non interveniamo consciamente, identiche tipologie di pensiero.
Infatti, quando ci allarmiamo e ci preoccupiamo intensamente, la nostra capacità di concentrazione può tramutarsi in ruminazione mentale.
In queste circostanze pensare al problema si trasforma in un vicolo cieco (loop mentale) che si basa su un inventario personale di convinzioni negative adottate dal nostro vissuto e in cui tendiamo a restare imprigionati.
Le credenze quindi determinano il nostro atteggiamento di fronte agli eventi riguardanti la nostra realtà e quando compiliamo una lista delle cose da fare e dei problemi da risolvere inseriamo mentalmente tutte le nostre ansie e paure, reali o immaginarie.
Nel creare scenari di catastrofi e dispiaceri illusori, proviamo a capire cosa succederebbe se… e sentendoci infelici, cattivi, ansiosi e depressi non riusciamo a godere del momento presente.
Ad esempio…prima di un appuntamento importante, una sfida, un obiettivo da raggiungere può capitarci di avere continuamente in testa un chiacchiericcio mentale molto difficile da interrompere in cui ci diciamo…
non ce la posso fare…
sicuramente questo incontro andrà male…
non sono abbastanza preparato… etc.
Questo gioco nevrotico mina le nostre prestazioni, capacità e potenzialità
e può procurarci conflitti e incomprensioni con altre persone oltre che conseguenze a livello fisico come insonnia, irrequietezza, mal di testa, nausea, etc.
Pertanto in questa frenesia perpetua l’adeguata strategia dipende da come rivolgiamo la nostra attenzione a quello che ci preoccupa.
Dobbiamo tenere conto che i pensieri come le emozioni non sono altro che forme di energia, osservabili, misurabili e malleabili ed è dunque possibile evitare di identificarci in esse.
Tenendo conto che non preoccuparci di una difficoltà non pensandoci… significa semplicemente rinunciare ad affrontarla e risolverla, diventa necessario diventare consapevoli che i pensieri vanno e vengono e siamo noi che possiamo scegliere se osservarli o farci coinvolgere perché
noi non siamo i nostri pensieri…
Questo stato d’essere, non esente da conflitti, non lo si conquista ma è raggiungibile con un continuo allenamento quotidiano (pratica).
Quindi riuscire ad osservare dall’esterno cosa accade… ci permette di prenderne coscienza e sviluppare un mutamento di prospettiva.
E’ un lavoro personale e individuale dove possiamo portare alla luce l’invisibile arrivando alla radice, al nucleo e liberandoci dal fare, riuscire
semplicemente a essere.
Le tecniche di rilassamento, meditazione e training autogeno sono meccanismi estremamente efficaci per mettere sotto controllo il dialogo interiore e possiamo trovare i giusti suggerimenti su come utilizzare proficuamente la nostra mente attingendo dalle culture orientali.
Teniamo in considerazione che anche gli ultimi progressi della ricerca in quest’ambito sono a favore di queste pratiche millenarie proprio grazie al loro intervento su i meccanismi del pensiero.
Queste consuetudini ci conducono ad uno spazio di tranquillità in cui possiamo disidentificarci dai pensieri e dalle preoccupazioni e allenare un’accettazione non giudicante di noi stessi e degli altri.
Mentre meditiamo e alleniamo la nostra mente a mettere sotto controllo i pensieri possiamo raggiungere il silenzio interiore…
Smettete di parlare, smettete di pensare, e non ci sarà niente che non possiate comprendere. Guardate dentro di voi e in lampo vincerete l’apparenza e il vuoto.
Seng T’San
Il disegno della farfalla è dell’artista Dina Alchildieva
*Provate per la ruminazione mentale il fiore di Bach White Chestnut