… come praticare la gratitudine può renderci felici.
Impariamo a dire “Grazie,” a Dio, agli altri. Lo insegniamo ai bambini, ma poi lo dimentichiamo!
Papa Francesco
Grazie è una delle prime parole che impariamo da piccoli, in quanto fondamento della buona educazione, ma in realtà ringraziare non ha nulla a che fare con il sentirsi in dovere di ricambiare un favore o un regalo ricevuto perché è una capacità emotiva che produce effetti sul nostro stato di benessere generale.
Non solo aiuta a mantenere alto l’ottimismo e diminuire lo stress, ma rafforzando il sistema immunitario, abbassando la pressione sanguigna e migliorando la qualità e durata del sonno, favorisce anche il benessere fisico.
Un vero toccasana sia per la mente, sia per il corpo…
La psicologia ha cominciato a interessarsi al tema della gratitudine dagli anni ’80, provando che tendenzialmente diamo per scontato l’essere vivi, la salute, la famiglia, la natura etc.
Essendo propensi ad abituarci alla quotidianità e a ciò che abbiamo diventiamo insensibili alle cose belle che ci circondano e solo nel momento in cui rischiamo di perderle ne scopriamo il valore.
Anche quando riusciamo a ottenere qualcosa che desideriamo molto, il senso di appagamento e soddisfazione, col passare del tempo perde importanza e ci porta a spostare l’attenzione su altre necessità.
Questa assuefazione corrisponde all’anticamera della scontentezza, del grigiore quotidiano, dell’abitudine a lamentarci perché dare tutto per scontato è una forma di indurimento, di chiusura che può cronicizzarsi mentre la naturale prontezza alla riconoscenza per piccole, piccolissime cose scioglie questa sensazione di non avere e di non ricevere abbastanza…
Scoprire che nella nostra vita non tutto è merito nostro ma molto ci è stato donato ci permette di uscire dal perimetro ristretto del nostro ego e vedere le cose con occhi nuovi.
Semplicemente dicendo “grazie” possiamo creare amore…
Christiane
Chi esprime gratitudine è ben consapevole delle proprie doti, ha fiducia in sé stesso e, al contempo, coglie nelle altre persone spunti per la propria crescita personale, apprezzando sinceramente il fatto che queste possano aiutarlo a raggiungere tale obiettivo.
Questa riconoscenza non è solo un’emozione ma un aspetto del carattere (alcuni più di altri tendono a provare più spesso gratitudine), e una disposizione d’animo (a seconda dell’umore possiamo essere più o meno predisposti a provare gratitudine).
Inoltre è anche una virtù, e quindi la possiamo coltivare…
Diventando capaci di provare gratitudine conosceremo il valore delle cose positive nella nostra vita, non dandole per scontate e garantite.
Inoltre non ci sentiremo isolati, in lotta con il mondo, ma sapremo riconoscere la fitta rete di relazioni che ci lega gli uni agli altri.
Dire “grazie” non sempre significa esprimere gratitudine, così come dire “ti amo” non sempre significa amare.
Christiane
Per sviluppare questo atteggiamento mentale dobbiamo trovare elementi positivi nella vita di ogni giorno riuscendo, nonostante gli imprevisti, a essere grati della nostra quotidianità.
Nel coltivare la gratitudine assumeremo una nuova prospettiva dove prenderemo coscienza di ciò che abbiamo (e non quello che ci manca) e di quello che riceviamo (dagli altri e dal pianeta).
Quindi ridurre il senso di privazione e di isolamento diventa un antidoto all’infelicità…
Purtroppo, ragionando in termini di diritti (ci spetta qualcosa), non siamo portati naturalmente a contrastare la tendenza a dare tutto per scontato e garantito e per aprirci a questo sentimento e innescarne la spirale positiva dobbiamo conseguire consapevolezza …
Capire che la vita non ci deve niente…valorizza tutto ciò per cui vale la pena viverla e quindi il primo mattone per costruire una pratica di gratitudine è dire di sì alla vita…cominciando a osservare tutte le cose belle della nostra vita è cambiare il nostro modo di dire grazie…
Ogni giorno, al momento del risveglio e prima di andare a dormire, dovremmo riflettere sulle cose per cui siamo grati e che abbiamo (essere vivi, respirare, etc.) o che sono accadute (un buon pasto, un piccolo successo/soddisfazione, etc.) o che abbiamo compiuto per gli altri (un sorriso, ascoltato un amico, etc.).
Se non siamo abituati a osservare la vita da questa angolatura, questo tipo di esercizio, può avere un grande impatto trasformativo perché allena la nostra attenzione a riconoscere il flusso di cose buone che vanno e vengono…
Col tempo cominceremo a sviluppare in noi la capacità di meravigliarci per un saluto, una telefonata, un incontro e mentre questo atteggiamento mentale perdurerà verificheremo in modo costante una felicità ingiustificata…
La gratitudine non è altro che un modo diverso di guardare alle cose. È un atteggiamento, una mentalità.
Christiane
Il disegno in copertina è della pittrice poetessa Luisa Alessi